13.3.15

PRESENZA MCDONALD’S? COME SE ERODE FOSSE TESTIMONIAL UNICEF

Dopo Nestlè, acqua ufficiale di Expo, dopo Coca Cola partner soft drink di Expo, ora sbarca alla “fiera del cibo” il simbolo stesso della cattiva alimentazione globalizzata, ovvero: McDonald’s. Sarà presente con un ristorante da 300 posti. Il più grande ristorante di Expo, e con il progetto «Fattore futuro» a sostegno della filiera italiana. Se la Expo-2015-con-McDonalds-640x426missione dichiarata dei dirigenti di Expo e dei molti, più o meno dubbiosi, aderenti a questo evento è “dare una risposta a all’esigenza vitale di garantire cibo sano, sicuro, che non produca obesità e sufficiente per tutti i popoli, nel rispetto del pianeta e dei suoi equilibri”, rendere oggi questa missione compatibile con la partnership di McDonald’s e Coca Cola è cosa per stomaci molto forti”. Così Emilio Molinari e Vittorio Agnoletto, di Costituzione Beni comuni, esponenti entrambi dei movimenti anti globalizzazione. “Sarebbe come – proseguono – “far diventare Erode testimonial d’onore di Unicef”. E’ sufficiente ricordare, a proposito dell’industria del fast food, che gran parte del mangime di soia utilizzato per far ingrassare alla velocità della luce i polli è, infatti, coltivato in Amazzonia attraverso la distruzione di rilevanti porzioni di quella foresta che resta il principale polmone del Pianeta, e che 1Kg di carne e frattaglie tritate produce diversi Kg di anidride carbonica con un disastroso equilibrio fra rendimento alimentare ed inquinamento. Inoltre non è certo un segreto il contributo che questo tipo di alimentazione fornisce all’obesità e all’ipertensione, patologie caratteristche della nostra epoca. Speriamo sinceramente di non essere rimasti soli ad indignarci delle continue manifestazioni d’imbroglio culturale che caratterizzano Expo, dell’uso spregiudicato del termine “sostenibilità” e del furto del linguaggio dei movimenti che lo contestano, mentre si fanno scelte che vanno in direzione opposta e contraria. Sono tempi nei quali sembra non esistere più alcun tabù, ma noi vorremmo rivolgere ugualmente un appello alla riflessione a quanti, impegnati in prospettive alternative alla globalizzazione alimentare, hanno dato la loro adesione,seppure in forme diverse, al contenitore Expo, fornendole l’alibi di un impegno sociale per il bene comune del quale francamente si fatica a trovarne traccia.

10.2.15

Contro la privatizzazione dell'acqua del governo Renzi!

IL GOVERNO RENZI VUOLE LA PRIVATIZZAZIONE DELL’ACQUA:

FERMIAMOLO!


Il Governo Renzi sta tentando di raggiungere il risultato cui sinora nessun governo era riuscito ad arrivare: la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
Lo fa attraverso due provvedimenti: il decreto “Sblocca Italia” e la legge di stabilità.
Con il primo, impone ai Comuni l’obbligo di aggregare le società del servizio idrico per arrivare ad un gestore unico per ogni ambito territoriale ottimale, spesso coincidente con il territorio regionale.
Con la seconda, rende sempre più onerosa la gestione pubblica dell’acqua e spinge gli enti locali a privatizzare, permettendo loro di spendere fuori dal patto di stabilità i soldi ottenuti dalla cessione delle proprie quote ai privati.
Il Governo Renzi vuole in questo modo mettere una pietra tombale sul risultato referendario che nel 2011 ha visto la maggioranza assoluta del popolo italiano pronunciarsi per una gestione pubblica, partecipativa, territoriale e senza profitti dell’acqua e di tutti i beni comuni.
Il Governo Renzi vuole affidare l’acqua e tutti i servizi pubblici locali a quattro grandi multiutility collocate in Borsa: A2A, Iren, Hera ed Acea, consegnando i beni comuni delle comunità territoriali agli interessi dei grandi capitali finanziari.
In questi anni, in ogni luogo del paese, abbiamo detto a gran voce: “si scrive acqua, si legge democrazia”.
Per questo diciamo al governo Renzi: INDIETRO NON SI TORNA!
Si attui il referendum, si affidi la gestione dell’acqua pubblica, partecipativa e senza profitti alle comunità locali.
 
 

 

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